il conte sazzòne, accinto al sereno attraversamento della propria età di mezzo; oppone ancora moti degni di un hubrìs tardogiovanile, si ostina a descrivere il reale come dovrebbe divenire, anziché coglierne con contemplativo distacco l'insondabile buffo mistero.
basta così, l'attacco di sgalambritudine è insidia difficile da scampare, non vorrei mai reificarmene a patetico muciaccia.
parole, sciolte
sul palco idiota del
crasso teatro.
sintesi sottrattiva,
eristica mattanza
della ragione,
salto cacofonico
a osceno vuoto.
un lampo solitario
non rischiara la notte
e i viandanti
lo zaino, gli scarponi
rotti, e malconcio
senza speranza
fingono sicurezze:
certa finzione.
Nessun commento:
Posta un commento