giovedì 27 marzo 2008

due: gente da treno

ogni mattina, lesto lesto, mi infilo in un vagone di prima classe – scusate ma sono agorafobico, non vorrei mai più passare altri viaggi in condivisione di spazio e di aria con terzi sconosciuti che non hanno presentato all'ingresso certificato di avvenute vaccinazioni – ho già dato.

il vagone è attaccato ad una locomotiva ed appoggiato su di un binario che parte da asso e termina a milano stazione di piazzale cadorna. di solito il treno arriva, quasi mai puntuale ma non con troppo ritardo.

ho imparato a razionalizzare i tempi del risveglio e delle successive attività mattutine, riesco quindi a calcolare i tempi con precisione, il che vuol dire che una volta alla settimana arrivo a prendere il treno per la coda.

salito sul vagone, cerco il mio posto – quello che sono abituato ad occupare – quello che se lo vedo occupato già inizio a pensare che la giornata inizia con il piede sbagliato. mi siedo ed inizio ad isolarmi: cappello, occhiali da sole, bavero alzato, cuffiette, gambe allungate sotto il posto davanti a scoraggiare terzi ad avvicinarsi. non sono molti che osano, ormai: quasi nessuno due volte – l'esperienza viene resa drammaticamente spiacevole.

li guardo e mi vengono in mente pittoresche descrizioni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

poeta, dovresti regalarci un romanzo, descrivi in maniera esemplare ciò ke vedi... sembra di stare lì con te! grazie! jessy