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lunedì 13 luglio 2009

il furgoncino che porta a spasso i miei pensieri

la forma tecnica del sonetto giapponese: tanka/tanka/haiku/haiku è un tentativo di realizzare un equilibrio metrico di sentore minimalista. ed allo stesso tempo di permettere un certo respiro narrativo, con le quattro stanze che, lo scrivo come mi viene in mente, potrebbero essere tesi/antitesi/sintesi/farsa ovvero argomento/confutazione/replica/risata, ma anche terra/aria/acqua/fuoco, oppure prudenza/giustizia/fortezza/temperanza. mah, se è vero che troppa struttura soffoca la hubrìs del concetto, un concetto sentito non viene limitato dal formalismo, che anzi ne enfatizza la cifra. per portare a spasso i miei quattro stracci, è fin troppo.

ascolta caro
amico, questa voce
nascosta dietro
espressioni lontane,
parole desuete.


questo crogiolo
di concetti mal cotti,
deboli luci
in una notte triste
dove la luna è spenta.


la strada è persa,
oppure mai tracciata:
tanto è lo stesso.


di tanto in tanto,
un colpo di fortuna:
qualche risata.

domenica 12 luglio 2009

verso la saga del raglio d'asino

sembra s'avvicini un periodo di sofferta cattività, senza faraone, senza abate faria, senza neanche un venerdì. nulla che una buona dose di bispensiero non possa rendere tollerante, finanche simpatico, in fondo. ma intanto il tempo passa, e non ci trovo un senso, e la metafora del prigioniero domina la mia lettura del mondo, ed il mio mare resta nella direzione opposta: ben certo, ma nella direzione opposta. per le nuove due stanze servirà la forza d'animo del condannato ingiustamente, ed è una partita che avrei preferito non dover giocare.

partita persa.
modo pacco postale:
deportazione.
questo bagno penale,
greve, trista guyana.


grottesca sagra
di novello enrico:
parigi, adieu.
senza colpo ferire,
solo false parole.


testimone di
asini a congresso:
solo ragliare.


questi due fiumi,
simpatica, la beffa:
non sono loro.