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martedì 21 luglio 2009

giamaica, ultima frontiera

prima della scrittura, le tradizioni raccontate dagli anziani erano tutto quello che si aveva per dare direzione, rotta e velocità alla propria miserabile esistenza.

troppo quel sole,
nel meriggio caldo fa
perdere senno.
una corsa sfrenata,
verso nessuna meta.


senza volontà
di comprensione, resta
solo dolore.
è dissidio feroce,
vuoto argomentare.


meglio sarebbe
lasciare la contesa
al suo destino.


e ricercare
altri paradisi: per
me, giamaica.

domenica 12 luglio 2009

non finito

questo personale deserto dei tartari riserva qualche lampo di luce, pone tante domande, prepara nuovi percorsi. mentre la riflessione sull'essere e sul nulla diventa attesa di sfida, ed il senso ultimo del quotidiano perde significato assieme all'indebolirsi di questa teoresi di vagabondo che pone frammenti di TV spazzatura a fondamento di voli imprevedibili, ascese velocissime, e repentine picchiate: davvero al mondo non c'è sufficiente teologia e geometria.

rimango fermo
in attesa, paziente
sfida del nulla.
non ho certezze, solo
speranze, coltivate


come prossima
volta, come conato
distorto, come
triste volo del corvo
che sfugge l'uragano.


un altro sguardo,
tanta bellezza persa,
contro se stessa.


dietro la siepe
non c'è l'orizzonte, ma
forse, il mare.