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domenica 14 novembre 2010

la perseveranza perduta

niente può portare un cambiamento positivo, un rovesciamento di un inerzia contraria, un passaggio dal non funziona al funziona come la paziente e costante applicazione di uno sforzo sostenibile protratto nel tempo. questo ti insegnano, questo sta a te capirlo e farlo tuo. e quando lo smarrisci, sta a te ritrovarlo: tutto il resto non sono che sirene, degne coeve di un malevolo lucignolo molesto. saper trovare la strada nella notte è anche e soprattutto ritrovare e mantenere un'onesta perseveranza.

questo momento,
notte, che precedi un
domani tetro,
senza speranza, senza
nemmeno la fortuna

d'una canzone:
placebo, sollievo del
tempo che passa,
non pietoso trastullo
ma solida putrella.

manca, nel dubbio
della forza perduta,
quella serena

lenta, capace
ricerca di un senso:
perseveranza.

giovedì 28 ottobre 2010

le basse luci delle sere d'autunno

quando, la sera,
le luci sono basse,
la poca forza
di cercare ancora
una qualche speranza.

solita storia:
nelle vie di torino
poeta, da solo.
nessuno ti scamperà
l'autunno denegato.

meglio dormire,
fingersi avvento di
prossima morte

mentre, la fuori,
orchestra di titanic,
suonano i pazzi.

sabato 7 novembre 2009

poetica del vinto autopunente

annego nella pochezza di queste giornate senza alba nè tramonto. ne resto inquinato, vorrei passarci attraverso intoccato ma non ci riesco, il playback cialtrobaudo avvelena e tutto il mio magnifico swing viene fatto putrida accidìa e la vergogna scende implacabile sulla piana dei celti tanto che invoco la nebbia a prestare il suo manto pietoso che la nasconda, la renda almeno meno evidente. ed anch'io ne approfitto pavidamente, e mi domando come poter riuscire ad aspettare serenamente la morte, come poter fare pace con me stesso.

qualche parola,
semplice saluto
oppure moto
d'umana compassione,
senza troppe pretese.

sopportazione
qualche torto subito,
qualche meschina
patetica rivalsa,
dubbia compensazione.

tiro le somme
con poco entusiasmo,
atto dovuto.

misera cosa,
poetica del vinto
autopunente.


- obedience and protection are relative (l'ha detto hobbes, c'è da credergli)

lunedì 12 ottobre 2009

lindo cielito d'autunno

con ottima padronanza dell'ovvio annuncio a tutti che è lunedì, e che per la mia personalissima esperienza nulla sembra far presagire che domani non verrà martedì, e che quindi la seccatura di oggi non sopravviverà abbastanza a lungo da dare effettivo fastidio nel medio periodo. intanto non piove, il cielo è limpido ma fa freschino: copritevi e raccogliete le ultime ghiande, l'inverno potrebbe essere dietro l'angolo.
il tempo delle parole e dei canti lascia spazio alla serena riflessione - e silenziosa - sul nulla, attorno al quale gravitiamo senza farne parte, ma comunque legati come schiavi. in cerca di liberazione, forse; prima però occorre un poco di pars destruens, ad iniziare dall'eccesso di dialettica.

cielito lindo:
il tedio quotidiano
meno noioso.
rondini volate a sud,
nubi - restate sull'ovest.

l'aria fredda
scesa a spazzare via
ogni illusione.
severa, riporta a un
principio di realismo.

dialettica, sì.
nessun frutto goloso,
solo parole

senza valore.
ed argomentazioni
idiote, sciocche.

domenica 11 ottobre 2009

ontologia del monopattino

il bello della domenica sera resta nella serena consapevolezza che, nel finire di un altro week-end, il lento scorrere senza uno scopo di quella cosa che chiami vita avanzi verso il suo naturale estuario, e che il monopattino renda la cosa un po' meno ingrata.

due rotelle,
regolo il manubrio:
monopattino.
quattro scalciate a terra,
acquisto velocità.

schivo il pedone.
geometrici svolazzi,
ricami e curve.
l'asfalto, spettatore
curioso testimone.

sfuggo la strada,
assieme ai suoi gravi
assilli e crucci.

resto sereno,
attendo venga sera,
corsa finisca.