il conte sazzòne, accinto al sereno attraversamento della propria età di mezzo; oppone ancora moti degni di un hubrìs tardogiovanile, si ostina a descrivere il reale come dovrebbe divenire, anziché coglierne con contemplativo distacco l'insondabile buffo mistero.
basta così, l'attacco di sgalambritudine è insidia difficile da scampare, non vorrei mai reificarmene a patetico muciaccia.
parole, sciolte
sul palco idiota del
crasso teatro.
sintesi sottrattiva,
eristica mattanza
della ragione,
salto cacofonico
a osceno vuoto.
un lampo solitario
non rischiara la notte
e i viandanti
lo zaino, gli scarponi
rotti, e malconcio
senza speranza
fingono sicurezze:
certa finzione.
waiting to become a member of the dead poet society. il tutto a (suo) tempo debito, intendiamoci.
solo i poeti, in quanto capaci di mettere più a rischio di tutti il proprio linguaggio fino quasi a smarrirlo, sono in grado, in questa condizione di povertà interiore, di ritrovare il senso del sacro e quindi l'intimo rapporto che unisce l'essere all'uomo. (heidegger, sul pensiero poetante)
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lunedì 10 ottobre 2011
lunedì 29 novembre 2010
frecciarossa, caron dimonio
la capacità del conte sazzòne, in partenza per il denegato miglio
verde sabaudita, di sublimarne la sventura, avversa sorte e
sdegno, in eventi reificanti profezie di catarsi purificatrici
è davvero arte di postmoderno negromante.
e la mala civis, teatro dello spiacevole attentato alla di lui nobiltà
d'animo, che conosce e diffida e teme di questa sua valentitudine,
e sa che il riscatto ed il conseguente suo resipiscente epilogo non è lontano,
tenta di difendersi come di par suo - con tutta la sua pusillanime
albagìa degna di gens nana in civis nana.
in cosa la strategica mossa, ovvero il sotterfugio? nell'inscenar indegna
gazzarra fiorentina per arrestare il prode frecciarossa,
ambasciator che porta la pena di condurre il novello diogene
alla sua personale gujana con il favore delle tenebre,
ché il nostro non si accorga, nella notte nera, che tutto ciò
che appare nero finisca effetti in vacca. e che la forza stia con il toro.
ostaggio della sala d'aspetto, di cui fortunato possiede chiave dorata,
il sazzone consuma parco le vivande comuni, osserva pacato le
evoluzioni del piccione abusivo che, ostentando sicumera, passeggia e
svolazza alla bisogna quasi fosse un maneggione di seconda classe di
questo pudrido aziendalismo rococò di inizio millennio, intrattiene
finto adorabile e magniloquente gli astanti con l'inevitabile argomentare
dell'essere e del nulla.
del resto tutti questi fantasmi che accorrono perversi a popolarne
il cerchio per le due ore di attesa forzosa sono destinati a farsi
effimero ricordo non appena il rosso caròn dimonio si paleserà a portarlo
laggiù, per ostentarne il sacrificio - quasi icastico scongiuro,
modo icona di subitanea resipiscenza.
prode piccione,
razzoli nonscialante,
sala d'aspetto:
senza tessera oro
senz'alcuna misura.
sotto sequestro
inciampa 'l passeggiero
in trenitalia.
annunzio ritardo, ma
senza colpa, stavolta.
attesa vana
del fiero frecciarossa
mercurio divo
la studentaglia,
bloccato sul mugello,
danza sul totem.
verde sabaudita, di sublimarne la sventura, avversa sorte e
sdegno, in eventi reificanti profezie di catarsi purificatrici
è davvero arte di postmoderno negromante.
e la mala civis, teatro dello spiacevole attentato alla di lui nobiltà
d'animo, che conosce e diffida e teme di questa sua valentitudine,
e sa che il riscatto ed il conseguente suo resipiscente epilogo non è lontano,
tenta di difendersi come di par suo - con tutta la sua pusillanime
albagìa degna di gens nana in civis nana.
in cosa la strategica mossa, ovvero il sotterfugio? nell'inscenar indegna
gazzarra fiorentina per arrestare il prode frecciarossa,
ambasciator che porta la pena di condurre il novello diogene
alla sua personale gujana con il favore delle tenebre,
ché il nostro non si accorga, nella notte nera, che tutto ciò
che appare nero finisca effetti in vacca. e che la forza stia con il toro.
ostaggio della sala d'aspetto, di cui fortunato possiede chiave dorata,
il sazzone consuma parco le vivande comuni, osserva pacato le
evoluzioni del piccione abusivo che, ostentando sicumera, passeggia e
svolazza alla bisogna quasi fosse un maneggione di seconda classe di
questo pudrido aziendalismo rococò di inizio millennio, intrattiene
finto adorabile e magniloquente gli astanti con l'inevitabile argomentare
dell'essere e del nulla.
del resto tutti questi fantasmi che accorrono perversi a popolarne
il cerchio per le due ore di attesa forzosa sono destinati a farsi
effimero ricordo non appena il rosso caròn dimonio si paleserà a portarlo
laggiù, per ostentarne il sacrificio - quasi icastico scongiuro,
modo icona di subitanea resipiscenza.
prode piccione,
razzoli nonscialante,
sala d'aspetto:
senza tessera oro
senz'alcuna misura.
sotto sequestro
inciampa 'l passeggiero
in trenitalia.
annunzio ritardo, ma
senza colpa, stavolta.
attesa vana
del fiero frecciarossa
mercurio divo
la studentaglia,
bloccato sul mugello,
danza sul totem.
lunedì 8 febbraio 2010
giovane profetico attendista
non sono molto contento del mio intorno professionale, diciamo che aspetto che passi: e ce ne vuole di pazienza.
un solo moto
di passi, piano piano,
uno, un altro.
la strada, nella notte,
sembra mostrarsi chiara.
non ho risposte,
nessun'altra certezza.
solo, vestito,
di pacato cunctator,
d'attesa speranzosa.
non mi metterò
a pararvi 'l burrone
siete avvisati.
come cassandra,
detto quel che mi sembra,
taccio deluso.
- obedience and protection are relative (l'ha detto hobbes, c'è da credergli)
un solo moto
di passi, piano piano,
uno, un altro.
la strada, nella notte,
sembra mostrarsi chiara.
non ho risposte,
nessun'altra certezza.
solo, vestito,
di pacato cunctator,
d'attesa speranzosa.
non mi metterò
a pararvi 'l burrone
siete avvisati.
come cassandra,
detto quel che mi sembra,
taccio deluso.
- obedience and protection are relative (l'ha detto hobbes, c'è da credergli)
martedì 2 febbraio 2010
cedola settimanale
pago la cedola settimanale al nonsenso che, come banco di nebbia in una fredda mattina d'inverno, è sceso sulla mia già non semplice esistenza di trovatore di strade nella notte e mi ha sorpreso e mi confonde. solo che la nebbia profuma, mentre qui si sente un lezzo di rivoltante servile conformismo che stordisce ed indigna. e la marea di assurdità quotidiane raggiunge e supera ogni presumibile livello di guardia.
tosto sazzone,
tra 'l cialtrobauda ed
il bucconita
galleggi, ma precario,
nel liquame che monta.
la vita rotta,
le cose tralasciate
il nulla, freddo
e senza senso, come
grave pietra tombale,
greve epitaffio.
tutta quest'eleganza
di onanista,
di consumato
ridi pagliaccio,
pavido sprechi.
che schifo questo liquame? pensate che io ci devo nuotare in mezzo.
- obedience and protection are relative (l'ha detto hobbes, c'è da credergli)
tosto sazzone,
tra 'l cialtrobauda ed
il bucconita
galleggi, ma precario,
nel liquame che monta.
la vita rotta,
le cose tralasciate
il nulla, freddo
e senza senso, come
grave pietra tombale,
greve epitaffio.
tutta quest'eleganza
di onanista,
di consumato
ridi pagliaccio,
pavido sprechi.
che schifo questo liquame? pensate che io ci devo nuotare in mezzo.
- obedience and protection are relative (l'ha detto hobbes, c'è da credergli)
martedì 26 gennaio 2010
ipo trattino crisia
mia personale gujana, mio personalissimo castello d'if, mi accingo a ritrovarti, pessima compagnia, trista dejezione, culla di farisaica ignominia.
il treno mi scorta, malvolente passeggero, intrattenendomi di voci moleste e di patetici spuntini. adesso stacco il cervello - davvero qui non serve - sospendo l'amor proprio per non riconoscermi in questo degrado e vado in una metafora d'apnea emozionale ad affrontarne i nativi, e la loro autentica cifra malata di falsa cortesia.
altra discesa,
solita punizione:
ipo-crisia.
patetico sinedrio
a guisa di pollaio.
sulla carrozza,
stanco e senza presagio
di buona sorte,
assopisco. quieta
vittima consunta.
fingo pazienza
mentre fuori, nel buio
freddo malvagio,
morta è speranza
di buona fede, resta
falsa cortesia.
amico mio sincero, non temere per il tuo conte romita del divano.
il moderno veltro, epifànico dietro il suo schermo di wayfarer madreperlaceo, incombe:
severo e calmo nella sua temperata possanza.
e anche se la giustizia non è di questo mondo, almeno porterà l'agognato riscatto.
il treno mi scorta, malvolente passeggero, intrattenendomi di voci moleste e di patetici spuntini. adesso stacco il cervello - davvero qui non serve - sospendo l'amor proprio per non riconoscermi in questo degrado e vado in una metafora d'apnea emozionale ad affrontarne i nativi, e la loro autentica cifra malata di falsa cortesia.
altra discesa,
solita punizione:
ipo-crisia.
patetico sinedrio
a guisa di pollaio.
sulla carrozza,
stanco e senza presagio
di buona sorte,
assopisco. quieta
vittima consunta.
fingo pazienza
mentre fuori, nel buio
freddo malvagio,
morta è speranza
di buona fede, resta
falsa cortesia.
amico mio sincero, non temere per il tuo conte romita del divano.
il moderno veltro, epifànico dietro il suo schermo di wayfarer madreperlaceo, incombe:
severo e calmo nella sua temperata possanza.
e anche se la giustizia non è di questo mondo, almeno porterà l'agognato riscatto.
venerdì 11 dicembre 2009
il lieve galoppo del frecciarossa
il conte sazzòne, compensata implicitamente a modo dell'accampato fidèl l'ormai cronica calvizia, fa concreta militanza della confraternita dello gnocco fritto e lieto si reca nei suoi temporali dominions. dovrà tornarne, ahilui, ma intanto anche per oggi la contemporanea babilonia è elusa, e gli insulsi servi di mammona con essa.

conte sazzòne,
quella terra felice
et genius loci.
la discesa gradita,
la trista risalita.
garruli idiomi.
delizia dell'udito.
resurrezione.
scosso, il pudridume
sabaudo, scordato.
vai frecciarossa,
invadi la campagna,
lieve galoppa.
corsa trionfante.
potente metafora:
liberazione

conte sazzòne,
quella terra felice
et genius loci.
la discesa gradita,
la trista risalita.
garruli idiomi.
delizia dell'udito.
resurrezione.
scosso, il pudridume
sabaudo, scordato.
vai frecciarossa,
invadi la campagna,
lieve galoppa.
corsa trionfante.
potente metafora:
liberazione
mercoledì 14 ottobre 2009
il giorno dopo del biasimo assoluto
ieri, dopo il grottesco biasimo del maneggione cialtrobaudo, la patetica arrampicata sui vetri dello smonarisorse, parimenti cialtrobaudo, nemmeno la consolazione di una cena presentata e servita in modo acconcio. ah, che mortificazione, che terreno supplizio.
al sicuro nel mio cerchio faccio mie, parafrasando, le parole del poeta. how important is for me / to shake the disease / that takes all of my time/ in situations like these. ed evito con cura che l'abbruttimento indotto dalla quotidiana frequentazione di questi personaggi abbia a fiaccare definitivamente il mio spirito, impestandolo d'assoluta mediocrità. perché la prigione deve essere stimolo di redenzione, non causa di definitivo annichilimento. Se almeno avessi il conforto di un buon abate faria, invece nulla, e non si vede la fine del tunnel.
autodifesa,
how important is for me
to shake the disease
che si prende il mio tempo,
situazioni perdenti.
resto nel cerchio,
sola beatitudo
e temperanza.
fuori, venga tempesta:
ho chiuso le finestre.
non argomento
per mio proprio rispetto,
non dico nulla.
aspetto, senza
pretesa di successo,
ma con fiducia.
al sicuro nel mio cerchio faccio mie, parafrasando, le parole del poeta. how important is for me / to shake the disease / that takes all of my time/ in situations like these. ed evito con cura che l'abbruttimento indotto dalla quotidiana frequentazione di questi personaggi abbia a fiaccare definitivamente il mio spirito, impestandolo d'assoluta mediocrità. perché la prigione deve essere stimolo di redenzione, non causa di definitivo annichilimento. Se almeno avessi il conforto di un buon abate faria, invece nulla, e non si vede la fine del tunnel.
autodifesa,
how important is for me
to shake the disease
che si prende il mio tempo,
situazioni perdenti.
resto nel cerchio,
sola beatitudo
e temperanza.
fuori, venga tempesta:
ho chiuso le finestre.
non argomento
per mio proprio rispetto,
non dico nulla.
aspetto, senza
pretesa di successo,
ma con fiducia.
martedì 13 ottobre 2009
biasimo assoluto
alla mediocre scuola di far lavorare gli altri oggi esercitazione di biasimo assoluto, slegato da ogni concreto riferimento, alla maniera del punirne uno per educarne cento. e, mi raccomando, voglio soluzioni e non problemi; o almeno problemi già risolti.
assieme, rivendicazioni, appelli accorati al collaborazionismo, alla natura buona dell'utile idiota, del buon selvaggio, come se uno non facesse il sottoposto utile idiota per povertà di spirito ma per spirito di poverà. qualcuno faccia sapere a questi signori che rousseau è morto, e che il maneggiatore è solo in questo abisso; magari tramite blackberry, unico legame con un mondo che già li addita ad esempi di noiosa nullità. nella dialettica eristica, l'argomento viene avversato o per autoinconsistenza o perché contradditorio rispetto a principi di senso comune. dire che non si è capito vuol dire solo che non si capisce, o che non si vuol capire. che è una rivisitazione della vecchia dicotomia del ci sei o ci fai.
oggi è biasimo.
magnifica persona il
maneggiatore.
servitegli, ben cotti,
problemi già risolti.
non disturbate,
non capisce domanda,
troppo occupato:
segue parvo l'omaggio
del suddito peloso.
cerca nel berry
il suo proprio destino
un vaticinio
cosa credeva?
responso di nullità:
ecco, servito.
- obedience and protection are relative (l'ha detto hobbes, c'è da credergli)
assieme, rivendicazioni, appelli accorati al collaborazionismo, alla natura buona dell'utile idiota, del buon selvaggio, come se uno non facesse il sottoposto utile idiota per povertà di spirito ma per spirito di poverà. qualcuno faccia sapere a questi signori che rousseau è morto, e che il maneggiatore è solo in questo abisso; magari tramite blackberry, unico legame con un mondo che già li addita ad esempi di noiosa nullità. nella dialettica eristica, l'argomento viene avversato o per autoinconsistenza o perché contradditorio rispetto a principi di senso comune. dire che non si è capito vuol dire solo che non si capisce, o che non si vuol capire. che è una rivisitazione della vecchia dicotomia del ci sei o ci fai.
oggi è biasimo.
magnifica persona il
maneggiatore.
servitegli, ben cotti,
problemi già risolti.
non disturbate,
non capisce domanda,
troppo occupato:
segue parvo l'omaggio
del suddito peloso.
cerca nel berry
il suo proprio destino
un vaticinio
cosa credeva?
responso di nullità:
ecco, servito.
- obedience and protection are relative (l'ha detto hobbes, c'è da credergli)
la sordida era dello sciacallo
i catabolici intrighi di palazzo vanno assumendo dignità negativa di valore assoluto rilevante. inizio a pensare che il perduto maestro di mamelsbury ci sia andato troppo leggero con la natura umana: altro che homini lupus, qui siamo alla saga dello sciacallo. e non è un bello spettacolo, e non è cosa da insegnare ai bambini. la mia scarsa fiducia nel prossimo, confortevole illusione, ne esce ancor maggiormente infranta. e il non cadere nel lato oscuro della forza mi resta davvero duro.
vecchio di pelo,
l'occhio avido stanco,
il passo corto.
trascini senza scopo
e dignità, sciacallo.
troppo comodo
il raccolto trovato,
lavoro d'altri.
troppo comoda, altra
carcassa da spolpare.
e così passi
senza lasciare traccia
senza costrutto
solo uno stuolo
di gente offesa ti
ricorda, e odia.
- obedience and protection are relative (l'ha detto hobbes, c'è da credergli)
vecchio di pelo,
l'occhio avido stanco,
il passo corto.
trascini senza scopo
e dignità, sciacallo.
troppo comodo
il raccolto trovato,
lavoro d'altri.
troppo comoda, altra
carcassa da spolpare.
e così passi
senza lasciare traccia
senza costrutto
solo uno stuolo
di gente offesa ti
ricorda, e odia.
- obedience and protection are relative (l'ha detto hobbes, c'è da credergli)
martedì 6 ottobre 2009
parole ben temprate
anche oggi è finita, per fortuna. da sotto la pietra tombale sulla ragione, per una volta, nessuna mummia s'appalesa, nè viene a darmi caccia. se l'unica felicità possibile è quella negativa, allora oggi proprio non mi posso lamentare.
adesso, stanco
e mal ridotto, torno
manco fischiando,
alla mia parca mensa
e solitario svago.
tributo a bacco,
divo consolatore,
grati peana.
traduco grevi carmi
verso rime leggiere.
saggio cesello,
di verbi rugginosi,
fine smeriglio.
e, da parola
ben molata, disvelo
dure verità.
adesso, stanco
e mal ridotto, torno
manco fischiando,
alla mia parca mensa
e solitario svago.
tributo a bacco,
divo consolatore,
grati peana.
traduco grevi carmi
verso rime leggiere.
saggio cesello,
di verbi rugginosi,
fine smeriglio.
e, da parola
ben molata, disvelo
dure verità.
lunedì 5 ottobre 2009
deraglio d'asino
alle prese con quel mostro, quel leviatano organizzativo, alfa ed omega di ontologica autorefenzialità, faccio fatica, non trovo ragione, è un tunnel che in fondo ha un muro, senza luci. we don't have the power, but we never say never: facile slogan, difficile da sostenere, al di là di un insieme di esempi statisticamente non significativi. forse non dovrei lagnarmi, ma non si uccidono così i cavalli - figurarsi gli una volta utili somari.
la folle corsa,
lanciato come treno:
binario morto.
senza voltarmi, senza
dare tempo al tempo,
inseguito da
sogni, calma pazzia
resa reale
oltre la più perversa
previsione, io corro.
il buio toglie
dalla vista la strada.
mentre, asino
impazzito dal
basto mal posto, sbando,
cado, deraglio.
la folle corsa,
lanciato come treno:
binario morto.
senza voltarmi, senza
dare tempo al tempo,
inseguito da
sogni, calma pazzia
resa reale
oltre la più perversa
previsione, io corro.
il buio toglie
dalla vista la strada.
mentre, asino
impazzito dal
basto mal posto, sbando,
cado, deraglio.
domenica 4 ottobre 2009
osservazioni sulla morale kantiana
riprendiamo il filosofo dagli occhiali rossi a proposito dell'etica:
alcune formule che permettono a chi agisce di stabilire se la sua azione sia conforme all’imperativo categorico.
- la formula basata sull’universalità della legge: Agisci in modo che la massima della la tua azione possa sempre valere al tempo stesso come principio universale di condotta;
- la formula basata sull’umanità come fine: Agisci in modo da trattare l’umanità sia nella tua persona che negli altri come fine e mai come mezzo;
- la formula basata sulla volontà legislatrice universale: Agisci in modo che la tua volontà possa considerare se stessa come istituente una legislazione universale, cioè agisci secondo massime tali che la volontà di ogni uomo, in quanto volontà legislatrice universale, le possa approvare.
perfetto.
poi però non facciamo gli ingenui, in fondo il contesto più efficace a comprendere l'umana miseria è quello dell'homo homini lupus; non pensiamo quindi che il prossimo nostro riesca a fare altrettanto, visto che - sistematicamente - non ci riusciamo neppure noi.
un asintoto, per quanto resti importante, è solo un comportamento a tendere - e all'infinito non ci si arriva quasi mai, e comunque decisamente troppo tardi.
non per questo però la strada è il mar dei caraibi, non per questo siamo condannati alla quotidiana pirateria.
cielo stellato...
vabbè, un'altra volta.
legge morale:
è quello che importa,
che fa stare in strada.
poche formule,
davvero ambiziose,
asintotiche.
ma, fuori dalla stanza,
resta solita jungla.
resto sorpreso
dall'efficacia netta
della visione:
umano, pochi
mezzi, lontana meta?
all'arrembaggio.
alcune formule che permettono a chi agisce di stabilire se la sua azione sia conforme all’imperativo categorico.
- la formula basata sull’universalità della legge: Agisci in modo che la massima della la tua azione possa sempre valere al tempo stesso come principio universale di condotta;
- la formula basata sull’umanità come fine: Agisci in modo da trattare l’umanità sia nella tua persona che negli altri come fine e mai come mezzo;
- la formula basata sulla volontà legislatrice universale: Agisci in modo che la tua volontà possa considerare se stessa come istituente una legislazione universale, cioè agisci secondo massime tali che la volontà di ogni uomo, in quanto volontà legislatrice universale, le possa approvare.
perfetto.
poi però non facciamo gli ingenui, in fondo il contesto più efficace a comprendere l'umana miseria è quello dell'homo homini lupus; non pensiamo quindi che il prossimo nostro riesca a fare altrettanto, visto che - sistematicamente - non ci riusciamo neppure noi.
un asintoto, per quanto resti importante, è solo un comportamento a tendere - e all'infinito non ci si arriva quasi mai, e comunque decisamente troppo tardi.
non per questo però la strada è il mar dei caraibi, non per questo siamo condannati alla quotidiana pirateria.
cielo stellato...
vabbè, un'altra volta.
legge morale:
è quello che importa,
che fa stare in strada.
poche formule,
davvero ambiziose,
asintotiche.
ma, fuori dalla stanza,
resta solita jungla.
resto sorpreso
dall'efficacia netta
della visione:
umano, pochi
mezzi, lontana meta?
all'arrembaggio.
mercoledì 23 settembre 2009
rappresentazione di nulla
il vostro nightly pathfinder è ridotto ad aspettare che la notte passi, ed è congruo contrappasso. nel frattempo, il nulla: sia come volontà che come rappresentazione.
rumori, fuori
sul ballatoio triste
giù per le scale,
sento, corrono passi
gente, non m'interessa.
buio totale, e
fuori, come di dentro,
le luci spente.
perso il sentimento,
disperazione resta.
tutto appare
nella sua vera essenza
d'irrilevanza.
rendiamo omaggio,
la statua, smarrimento:
nera, la notte.
rumori, fuori
sul ballatoio triste
giù per le scale,
sento, corrono passi
gente, non m'interessa.
buio totale, e
fuori, come di dentro,
le luci spente.
perso il sentimento,
disperazione resta.
tutto appare
nella sua vera essenza
d'irrilevanza.
rendiamo omaggio,
la statua, smarrimento:
nera, la notte.
comprensione del senso comune
l'arneis di matteo correggia davvero è interpretazione severa del prezioso vitigno, dove a differenza il pradalupo di fontanafredda schiatta ne è gaja et festosa epifanìa. ad ogni modo dopo tre bicchieri il traguardo è raggiunto: è l'altro-da-sè, e la provvisoria ma felice caduta di quel ritegno che in insubria degenera pericolosamente verso olindo, mentre qui tristemente si manifesta nella cialtrobauda falsocortesia. al solito la lettera ci precede, mentre l'etilico stordimento permette all'appercezione di portare nuova linfa alle mondane concettualizzazione. noè come ti capisco: stasera il solipsismo - ontologico parapiglia - annega felice nella bottiglia, e lasci spazio alla fenomenologica illusoria comprensione del senso comune.
prode gurdulù,
eroe temerario
dell'altro-da-sè.
compartecipazione,
rischi d'esperimento.
gara di buona
fede nella realtà,
senso comune.
sospensione del solo
principio di saggezza:
il solipsismo,
arte, eletta a scienza,
messa da parte.
ricerca folle,
ma pregna di ritorni
d'altrui sentire.
prode gurdulù,
eroe temerario
dell'altro-da-sè.
compartecipazione,
rischi d'esperimento.
gara di buona
fede nella realtà,
senso comune.
sospensione del solo
principio di saggezza:
il solipsismo,
arte, eletta a scienza,
messa da parte.
ricerca folle,
ma pregna di ritorni
d'altrui sentire.
ennesima inutile serata
amici cari, il gianfranzo conte prigioniero ricorre al vostro caro ricordo per affrontare l'ennesima inutile serata in questa denegata landa maledetta. anche oggi l'ingiuria subita è stata assai grave, e davvero come prometeo assisto attonito allo strazio di me stesso, della mia dignità di essere raziocinante, ad espiazione di un qualche atto di hybris la cui necessità filosoofica evidentemente mi precede e parimenti mi è ignota. affronto tutto questo con la calma sofferta del filosofo dagli occhiali rossi, come se questo torto subìto potesse essere eletto a paradigma di ingiustizia universale.
mesto, l'esilio,
e senza vigilia di
liberazione.
dalla finestra solo
un cielo grigio su
questa spettrale
città di vita vile,
gente negletta.
porto nel cuore voci
di ben altra dignità,
mentre qui intorno
vedo nera vergogna
seguir menzogna
nella vanesia
passeggiata del centro,
sordida ancella.
mesto, l'esilio,
e senza vigilia di
liberazione.
dalla finestra solo
un cielo grigio su
questa spettrale
città di vita vile,
gente negletta.
porto nel cuore voci
di ben altra dignità,
mentre qui intorno
vedo nera vergogna
seguir menzogna
nella vanesia
passeggiata del centro,
sordida ancella.
la scuola di far lavorare gli altri
cercansi tracce di una qualsivoglia fattispecie d'onestà intellettuale, qui sotto la mole, altrimenti è mera patetica sequenza d'eristici esercizi. e non m'interessa granché, godo molto di più nell'ubriacarmi.
assisto basito a questa concreta esemplificazione del principio di Peter, condita da penosi afflati di autodeterminazione della propria insignificante pochezza. Nelle posizioni di responsabilità, fare ricorso alla compartecipazione della disgrazia del sottoposto attraverso la manifestazione della propria maggiore è davvero povera strategia di motivazione; ma questo al corso su come far lavorare gli altri non è stato detto, oppure l'attenzione verteva sugli incentivi di giada e sulle prossime splendide vacanze (fisiche, giacché la ragione ha da lungo tempo fatto vacanza di se stessa da questi simpaticoni).
coraggio conte gianfranzo, è tutto già scritto. aspettiamo gli stati generali e la prossima rivoluzione: una risata li ha accolti, un'altra - maggior risata - li seppellirà.
storia già vista:
i due buffi sandroni
modo pinocchio.
balle, ma tante balle,
credibilità nulla.
alla perdente
scuola della gestione
sciocchi gli alunni
mediocri i professori
ridicolo profitto.
sagace peter,
lucido visionario:
faccio tesoro.
chiuso il recinto
li guardo razzolare:
saran contenti.
assisto basito a questa concreta esemplificazione del principio di Peter, condita da penosi afflati di autodeterminazione della propria insignificante pochezza. Nelle posizioni di responsabilità, fare ricorso alla compartecipazione della disgrazia del sottoposto attraverso la manifestazione della propria maggiore è davvero povera strategia di motivazione; ma questo al corso su come far lavorare gli altri non è stato detto, oppure l'attenzione verteva sugli incentivi di giada e sulle prossime splendide vacanze (fisiche, giacché la ragione ha da lungo tempo fatto vacanza di se stessa da questi simpaticoni).
coraggio conte gianfranzo, è tutto già scritto. aspettiamo gli stati generali e la prossima rivoluzione: una risata li ha accolti, un'altra - maggior risata - li seppellirà.
storia già vista:
i due buffi sandroni
modo pinocchio.
balle, ma tante balle,
credibilità nulla.
alla perdente
scuola della gestione
sciocchi gli alunni
mediocri i professori
ridicolo profitto.
sagace peter,
lucido visionario:
faccio tesoro.
chiuso il recinto
li guardo razzolare:
saran contenti.
lunedì 21 settembre 2009
folle certamen
adesso, novello giorgione orwell, affronto il nonsenso con le poche armi che la sorte mi da disposto: l'immaginazione, la passione per la dialettica eristica, due rotelle, a compensare quelle che ho perso per strada. anche questa settimana accumulo punti sulla mia stupidity facendo spesa al gran bazar cialtrobaudo: e non c'è la convenienza, e non c'è l'ampio parcheggio e non si vedono manco le belle cassiere.
siatemi testimoni, il mio certamen in fondo è sublimata allegoria del vostro.
fante gallese
votato al sacrificio,
suo malgrado.
estro, mobilitato
dalle due rotelle.
scalcia impazzito,
assieme alla strada,
le sue paure.
le fugge via, come
bestia innanzi al fuoco.
adesso zitti
e state a guardare,
tenendo il fiato,
il suo certamen,
la sua folle corsa
verso il nulla.
siatemi testimoni, il mio certamen in fondo è sublimata allegoria del vostro.
fante gallese
votato al sacrificio,
suo malgrado.
estro, mobilitato
dalle due rotelle.
scalcia impazzito,
assieme alla strada,
le sue paure.
le fugge via, come
bestia innanzi al fuoco.
adesso zitti
e state a guardare,
tenendo il fiato,
il suo certamen,
la sua folle corsa
verso il nulla.
domenica 20 settembre 2009
profilassi tramite monopattino
domani addì 21.09.2009 alle ore 18:30 CET in piazza san carlo, io sottoscritto noto anche come conte gianfranzo, dotato di acconcio, apotropaico monopattino, intraprenderò temerario et immaginifico atto di resipiscenza operosa a profilassi di indemoniata plaza cialtrobauda.
effettuerò quindi numero 3 (tre) giri di vergognoso porticato - incompleto del quarto lato a guìsa di demoniaca pignatta - recitando opportuno esorcismo (versione breve).
è quindi oggi giornata di preparazione. e faccio mia la risoluzione del prence il Condé prima della giornata di Rocroi: dormirò profondamente.
monopattino,
sagace redenzione
del lesto fante.
passo veloce e spinta,
guizzo fiero e vivace.
piazza malata
d'assoluta acrimonia,
perfidia mater.
contagio esiziale di
scellerata pochezza.
serve scongiuro
con immaginifico
slancio di vita,
tre giri soli
metafora di palio,
a profilassi.
davvero le incursioni televisive del paolini non sono degne della polvere che il mio monopattino alzerà passando indòmito sulle strade della denegata landa maledetta.
effettuerò quindi numero 3 (tre) giri di vergognoso porticato - incompleto del quarto lato a guìsa di demoniaca pignatta - recitando opportuno esorcismo (versione breve).
è quindi oggi giornata di preparazione. e faccio mia la risoluzione del prence il Condé prima della giornata di Rocroi: dormirò profondamente.
monopattino,
sagace redenzione
del lesto fante.
passo veloce e spinta,
guizzo fiero e vivace.
piazza malata
d'assoluta acrimonia,
perfidia mater.
contagio esiziale di
scellerata pochezza.
serve scongiuro
con immaginifico
slancio di vita,
tre giri soli
metafora di palio,
a profilassi.
davvero le incursioni televisive del paolini non sono degne della polvere che il mio monopattino alzerà passando indòmito sulle strade della denegata landa maledetta.
giovedì 17 settembre 2009
cortesia, virtù cardinale cinese
il filosofo ci precede, e ci illumina a proposito della cortesia, tipica virtù cardinale cinese. essa è tacito accordo di ignorare reciprocamente la miserabile qualità morale ed intellettuale, e di non rinfacciarsela a vicenda (schopenhauer, consigli sulla felicità).
davvero è prassi necessaria tra i cialtrobaudi, dove solo un sistematico esercizio collettivo, omerico conato di bispensiero impedisce si verifichì uno spontaneo autodafè collettivo, per l'insostenibile vergogna di riconoscersi nella troppa pochezza.
ma una volta scampati, è momento di letizia. troppa infatti è la mia gioia nella momentanea fuga dal cialtrobaudo pollaio, troppo il mio sollievo nel rivedere le felici colline d'insubria, troppa la mia serenità di reduce dal tartaro, dalla falsacortese geenna, qui dove l'hybrìs del genius loci, se tenuta opportunamente a freno, è garanzia di rinfrescante schiettezza.
almeno fino alla prossima settimana. almeno fino alla fine di questa sordida cattività in quella denegata landa maledetta.
amici, sembra
passata la tempesta,
pioggia furiosa.
tornato dal tartaro,
novello montecristo.
ma non ancora,
questa è sola licenza,
breve respiro.
ma tanto basta, oggi
concede lieto fine,
per questa volta
il male è minore,
si può reggere
ed attendere
riscatto, di prossima
resurrezione.
davvero è prassi necessaria tra i cialtrobaudi, dove solo un sistematico esercizio collettivo, omerico conato di bispensiero impedisce si verifichì uno spontaneo autodafè collettivo, per l'insostenibile vergogna di riconoscersi nella troppa pochezza.
ma una volta scampati, è momento di letizia. troppa infatti è la mia gioia nella momentanea fuga dal cialtrobaudo pollaio, troppo il mio sollievo nel rivedere le felici colline d'insubria, troppa la mia serenità di reduce dal tartaro, dalla falsacortese geenna, qui dove l'hybrìs del genius loci, se tenuta opportunamente a freno, è garanzia di rinfrescante schiettezza.
almeno fino alla prossima settimana. almeno fino alla fine di questa sordida cattività in quella denegata landa maledetta.
amici, sembra
passata la tempesta,
pioggia furiosa.
tornato dal tartaro,
novello montecristo.
ma non ancora,
questa è sola licenza,
breve respiro.
ma tanto basta, oggi
concede lieto fine,
per questa volta
il male è minore,
si può reggere
ed attendere
riscatto, di prossima
resurrezione.
la casa che rende folli
la cattività cialtrobauda produce spunti esistenziali interessanti, se piace l'orrido vacuo intellettuale, se se ne gode del sistematico nonsenso. oggi, ad esempio, ho assistito spettatore terzo a baruffe degne dell'azzeccagarbugli, o meglio della casa che rende folli di gallica memoria. ma senza cervogia et cinghiale, per Toutatis.
qualche endecasillabo s'impone, di fronte a cotanto assurdo.
falsa, cortese cortigianeria
assunta a scellerata etichetta
conservi sigillo, tieni malìa
di denegata landa maledetta.
poi grazie al cielo torno alla mia cameretta, dove mi fingo ricreare una parvenza di clima domestico. ma senza speranza, per smarrirla nuovamente basta infatti guardare fuori dalla finestra, tutto quel grigio.
ritorno, stanco
di questo traccheggiare,
alla mia cella.
sulla strada procuro
generi di conforto.
serro la porta
dietro di me, guardingo.
metto in salvo
le timide derrate,
ne rinnovo dispensa.
dalla finestra
guercia sul ballatoio,
nessuna nuova.
cielo, che resti
grigio, senza speranza,
e maledetto.
qualche endecasillabo s'impone, di fronte a cotanto assurdo.
falsa, cortese cortigianeria
assunta a scellerata etichetta
conservi sigillo, tieni malìa
di denegata landa maledetta.
poi grazie al cielo torno alla mia cameretta, dove mi fingo ricreare una parvenza di clima domestico. ma senza speranza, per smarrirla nuovamente basta infatti guardare fuori dalla finestra, tutto quel grigio.
ritorno, stanco
di questo traccheggiare,
alla mia cella.
sulla strada procuro
generi di conforto.
serro la porta
dietro di me, guardingo.
metto in salvo
le timide derrate,
ne rinnovo dispensa.
dalla finestra
guercia sul ballatoio,
nessuna nuova.
cielo, che resti
grigio, senza speranza,
e maledetto.
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