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domenica 15 giugno 2008

stanche serate di ricordi.

altre canzoni:
sento che sta passando
musica nuova.
non serve più soffrire,
meglio, e molto, la moto.


corro memore
del mio vissuto, fuggo
dai miei spettri.
cerco riparo in stanche
serate di ricordi.


come la peste
evito la statale,
ma sfortunata.


sa dove sono,
sa che sto aspettando,
ma non vuole.

venerdì 13 giugno 2008

senza dormire

senza dormire,
guardo fisso nel vuoto,
mi chiedo perché.
sono senza risposte,
facili soluzioni.


disperazione,
posso solo scrivere
quanto mi costi
portare tutta questa
maniera di vivere.


in fondo al pozzo,
non mettermi a scavare
ma risalire.


trovare pace
di attimi sereni,
almeno un poco.

giovedì 12 giugno 2008

come non ne valesse pena



nulla da dire
solo stanche giornate,
si succedono.
parole inutili,
folli circonvenzioni.


mio debole
carattere, incline
alla pigrizia.
temporeggio, teorizzo,
rimando a miglior sorte.


costrutti letterari
ad argomentazione
di futilità.


senza passione,
come non ne valesse
pena, attendo.

giovanna



sei tu, mai così vista
ma ricordata, sogno
prima dell'alba.
quando ti rianimi
e ritorni dal limbo.


chissà dove sei,
perché non ti ritrovo
quando ti cerco.
pure, resto connesso:
va bene anche così.


tesi, illusioni,
perse nello scorrere
del tempo, avaro


ma ugualmente
pieno di emozioni
da non scordare.

mercoledì 11 giugno 2008

ontologia di viaggiatore

adesso metto
questo poco bagaglio
dietro, nel baule.
non mi serve poi molto,
i ricordi non pesano.


contro la pioggia,
abiti di riserva.
contro tristezza,
parole di amici,
e qualche caramella.


mi sento pronto:
ancora nuovi viaggi,
per nuove rotte.


cercatemi là,
dove nasce tragedia
del divenire.

martedì 10 giugno 2008

farewell

resterò solo
a guardare la tua strada
senza fermarti.
senza interferire:
esco al casello, basta.


certo, ci sarò,
quando l'inverno scende
e cerchi rifugio
da affanni senza cura,
basterà un minuto.


porto memoria
di bicchieri pieni di
cose felici.


e luce di boschi
dove danzava lieve
tua primavera.

lunedì 9 giugno 2008

nuove luci

porto zavorra,
grave fardello tetro
senza futuro.
resto così colpito,
bastonato, ma forte.


pure, resisto
continuo a sperare in
sorte migliore.
questa tristezza volta
in felice destino.


non mi illudo,
solo sospendo questo
giudizio, oggi.

domani, forse,
saranno nuove luci
a ridarmi forza.

sorriso zen

oggi la vita
sembra quasi facile:
fuori, l'estate.
nuvole grigie stanno
scappando, inseguite.


tiepido sole,
tornato per portare
fiducia, e gioia.
rinnovata speranza,
semplice buonumore.


rialzo il capo
dalle tristi miserie.
sorrido, bene.


faccio due passi,
respiro sereno, ma
pesto una fatta.

domenica 8 giugno 2008

resta sicura

altra giornata
senza sapere di te,
data dispersa.
pensarti per scenari
dove non mi ritrovo.


mera comparsa,
spettatore pagante
pegno di vita.
perchè niente al mondo
mi ha mai dato tanto.




solo per dirti,
resta sicura, ogni
giorno presente:


ti voglio bene,
e prego un angelo:
portale nuova.

sabato 7 giugno 2008

senso catabolico d'inutilità - la bozza del libro

cosa: la scarsità della mia ispirazione e la debolezza dei miei sentimenti. la mia rassegnazione a subire gli eventi. le poche consolazioni che ancora mi rimangono.

come: le metriche sono composte a partire da strofe di tradizione giapponese - tanka (5-7-5-7-7, in sillabe) ed haiku (5-7-5, in sillabe) - assemblate però in una struttura più tradizionale, che ricorda il sonetto europeo. struttura ridotta all'estremo di due strofe lunghe e due strofe corte, oppure una qualche variante.

dove: scrivo queste poesie direttamente sul mio smartphone, oppure sul portatile.

quando: nei ritagli di tempo. alla mattina, sul treno verso il lavoro, o alla sera, quando fatico a prendere sonno. oppure al bar dopo la colazione del sabato o della domenica.

perché: scrivo queste poesie perché sono triste, e sono triste perché non mi piaccio come mi vedo. e non vedo come uscirne. sono convinto che aspettare e sperare sia la soluzione, ma nel frattempo dovrò pur fare qualcosa: mi tengo occupato come riesco, non sempre si può andare in moto o trovare qualcuno per fare qualche giocata a pallavolo.



ah la bozza - puoi trovarla qui, fammi sapere quello che ne pensi, grazie.

apologetica

giudizio, temo.
vuoto esercizio di
conforme metro.
morale formale, ma
almeno possibile.


solipsismi di
cinico divenire,
gretti egoismi.
artate percezioni
ad apologetica.


non capiranno,
non vedranno motivo,
solo il dissesto.


eppure ho solo
seguito il mio demone,
sino a cicuta.

essere per la morte


belle canzoni,
mi suonano in testa.
provincialismi.
figlio del mio demone,
passo senza costrutto.


sorrido, stanco,
la pioggia lascia spazio
al sole, viva.
potrò riprendere il
mio girare attorno.



cercare fuga
dalle noie del giorno,
meglio, riparo.


ed aspettare,
fiducioso, sereno,
morte quieta.

venerdì 6 giugno 2008

voli imprevedibili


guardo distante,
come dalla montagna
giù, nella valle,
affannati passanti,
bestie cariche, stanche.


spicco il volo
salgo alto nel cielo
scotto le piume,
poi scendo, in picchiata
il lago, quasi mi tuffo.




risalgo, ecco
la strada, corre dritta,
corro più forte.


la seguo stretto
sempre accelerando.
in fondo è multa.

senso catabolico d'inutilità



oggi diverte
senso catabolico
d'inutilità.
rispondo a domande,
rappresento conforme.


utile idiota,
propongo e non dispongo,
agito spettri.
aspetto il pranzo, cupio
dissolvi, in spaghetti.


alla riunione,
uomini senza volto
fanno domande.


di surreale,
sì, ma molto bello, ci
si riempie bocca.

mezzo pieno

sento uccelli
chiamare la fine di
questa pioggia, si.
era ora, l'animo
può rifiatare.



può ripartire,
cercare ancora la
strada, ramingo.
trarre consolazione
dai soliti percorsi.


metafore vive
di pauroso divenire,
oggi domato.


e nella testa,
stavolta mezzo pieno
ecco il bicchiere.

giovedì 5 giugno 2008

cattivo maestro

fantasmi, basta.
tornatevene, non so
dove, lontano.
qui non c'è più spazio, ne
tempo, e nessuna forza.


peggio, emuli.
non voglio, non voglio - no
meglio geenna.
simpatico cialtrone,
non cattivo maestro.


questo mi svuota,
non ho nulla da dire
cerco silenzio.


torno nascosto,
temo le mie azioni,
prese ad esempio.

cavalli e segugi

cappa di piombo
sulle spalle, sopporto,
anzi trascino.
sera d'indifferenza,
figlia di giorno vano.


scorre via tutta
la mia vita, buttata.
buone intenzioni,
ho lastricato tutto
quanto, idiota.


adesso taccio,
la smetto di pensare,
tanto non serve.


aspetto il sole,
e che qualche fortuna
mi tolga di qui.


hall of fame

cari ricordi,
periodo fortunato
pur incosciente.
torno indietro, fantasmi
tra mille e più pensieri.


sotto il loggiato
passano ombre correndo.
state attente,
non tagliate gli angoli,
e badate alla pioggia.


freddo nel cuore,
scende sommesso, forse
senza ritorno.


ma nel vicolo
sorge nuova casa, di
nuova speranza.

mercoledì 4 giugno 2008

invece stallo

di pomeriggio
aspetto venga sera,
dopo il tramonto.
inutili momenti,
tempo sprecato e basta.


mali fisici,
inetto trascinio di
mali morali.
rifletto, poche cose,
sopravviverò, certo.


dubbi stupidi,
dovevo solo fare
quel che pensavo.


invece stallo
e guardo il pomeriggio
passare invano.

atarassico, ancora

flebili forze,
fragili ispirazioni,
parole vuote.
tanto non vale nulla,
così povera idea.


passo giornate
nell'inedia totale,
scrivo qualcosa
solo per ricordarmi
cose, trascurabili.


il microcosmo,
li dove sono al centro
è spesso triste.


mi ci adatto,
non lo posso impedire,
spero che passi.