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lunedì 3 agosto 2009

ho paura, aiutami (then all the colors will bleed into one)

quando la consolazione della parola viene meno allora tutto sembra triste e senza senso, e non si vedono stelle nel cielo, e la notte diventa solo un percorso inquieto verso un nuovo giorno avaro di promesse. e non sei più così sicuro di trovarci la strada, quella che stavi cercando.



una canzone,
solo qualche parola,
rompi il silenzio
questa lastra di ghiaccio,
di sottile paura.


vola paloma,
sopra questa pianura,
non ti fermare.
laggiù, lontano, pace
dopo questo tormento.


ed un momento
di cessata tristezza,
di serenità.


ma queste nubi,
dopo la sera, notte,
buio, silenzio.

venerdì 21 novembre 2008

la guerra è finita?



faccio la doccia
in tarda sera, prima
di aver riposo.
riflessioni severe,
ma senza conseguenze.

esami senza
appello, commissione
sciolta, assente.
guerre finite, vinte
o perse, irrilevante.


fatico a dare
un senso a tutto questo
moto browniano.


vorrei sembrare
un principe di condè:
sonno sereno.

giovedì 20 novembre 2008

il mistero della casa bianca di via barbarù

Da 20081120_laCasaBiancaDiViaBarbaru

bianche pareti,
in fondo al corridoio
un bagno rosa.
giro perplesso, sembra
proprio sia tutto a posto.

sotto, la strada.
stretta, bandiere stese,
gente vociante.
piccola parigi, ma
anche nuovo progetto.

senza certezze,
in balìa di sciocche
voci raglianti

di frasi fatte,
asini strofinanti
l'un l'altro: bravi!

il grande fiume

fredda torino,
oggi senza nebbia, ma
parva pavia.
il po, come ticino
scende maestoso, lento.

stirpe di celti
falsamente cortese,
luogo comune.
popolo vassallo, di
rinnegata dignità.

sul grande fiume
scorrono ricordi, mi
accompagnano.

lenta discesa.
laggiù, dopo le secche,
attende il mare.

lunedì 17 novembre 2008

il cerchio, ridisegnato

il giorno dopo,
segnali di panico,
resipiscenza.
nuvola corre veloce,
sulla piana, il sole.


alzo il volume,
prendo il ritmo, lascio
perdere voci.
ridisegno il cerchio:
io dentro, fuori tutti.


sono fragile,
difficile da spiegare
cosa, perchè.


tutto possibile,
solo, lo sgomento, di
fronte al mare.

phaselus ille


lucida follia,
pretesa di perdere
tutti i limiti.
metto tra parentesi
ogni reale inganno.


poche nuvole,
la luce del sole vi
passa traverso.
le costruzioni stese
hanno retto maltempo.


adesso rema,
malconcio ma convinto
dopo tempesta.
resisti, caro fagiolo,
si può attraversare.


del possibile
faccio grande speranza,
soave disegno.

dal buio della notte

porto nel sogno
affanno, turbamento,
caleidoscopio
di situazioni varie,
elegìe serene.


della storia zen
non capisco il senso,
del divenire
celebro ritorni di
passioni sconvolgenti.


passo paziente
attesa, per capire
fato novello.


succede spesso:
dal buio della notte
s'erge la luna.

giovedì 13 novembre 2008

la terza onda

In momenti di ispirazione non eccelsa, invece di un bel tacer facciamo un po' di (pseudo)letteratura straniera

And I'm here waiting for the third wave
And I'm here to see how it will be.
And I'm ready to kiss the third wave
And I'm ready to take all its slaps.




Brian Adams? Nonono, nientemeno che Davide Van De Sfroos (la terza onda, appunto)

E sun che a specià la terza unda e sun che per vedè cume la sarà
e sun pruunt a basà la terza unda e sun pruunt a ciapà tücc i so s'ciàff

cassandra crossing

nella miniera,
emozioni profonde,
gemme isolate.
scavo dentro me stesso,
una vana ricerca.


tutti i colori
del finire d'estate
sciolti, ingrigiti.
serve un magico prisma,
tenterò riprodurli.


non ne ho forza,
potere d'alchimista.
solo volontà.


ma pessimismo
di ragione cassandra:
non succederà.

mercoledì 12 novembre 2008

il sonno della ragione

piccole cose,
trastulli quotidiani,
voci lontane.
prendo spunto da queste
pazienze sonnacchiose.


dalle camere
deserte, pochi suoni
interrompono
la lucida follia,
sinfonia di sogni.


mentre lontano
nuvole cariche di
pioggia dicono


di stare fermi,
aspettare pazienti
che il sonno passi.

scatola di cioccolatini

vita di striscio,
passo inutili carte,
senza valore.
mi nascondo, maestro
dei tanti equivoci.


tento di dare
senso al trascorrere
di questi giorni.
lontano, acciecato da
amara disillusione.


faccio tesoro
di lezione severa,
atarassia.


penso, ripenso,
rifarei tutto, come
novello forrest.

martedì 11 novembre 2008

vedo le barche passare

dubbi profondi,
ragione, sentimenti
appena scoperti.
dal balcone, vedevo
barche passare lente.


ne invidiavo
quella calma solenne,
placida danza,
dal mio subbuglio di
voraci scempiaggini.


poi la tempesta.
portatrice di moto,
forza gagliarda.


tutto spazzato
via, come catarsi.
tutto perduto.

letargo sicuro

pallido sole
nascosto, differito
a tempi migliori.
dominio di un freddo
demone invernale.


resta difficile
uscire alla vita,
tirarsi fuori.
un sicuro letargo,
opzione conveniente.


manco per sogno!
là fuori ti aspetta
nuova bellezza.


di tante cose
possibili, raggiungi
autocoscienza.

lunedì 10 novembre 2008

palingenesi

resto stordito,
privato di ragione,
fuori registro.
guardo tutto scorrere
giù dal lavandino.


grande sciacquone,
piana metafora di
palingenesi.
nuova vita, da cocci
frantumati con foga.


magie perse,
sogni buttati al primo
vento avverso.


più che demiurgo
serve paziente sarto,
dal polso fermo.

altro giro, altro regalo

visione chiara
di stati apparenti,
di calma piatta.
attorno percepisco
confusioni, incerte.


vele spiegate,
nessuna direzione,
rotta di collo.
barche solcano mari,
credono verso dove.


invece è solo
un vano passatempo:
sciocca regata.

come premio,
effimera emozione,
un nuovo giro.

il treno non aspetta

veloce, vento.
spazza via queste nubi,
tolgono il cielo.
così come un sonno
troppo lungo, interrompi.


il mondo chiama
con le sue noie, vuote.
senza sostanza.
due passi indietro, vi
assisto, spettatore.


eppure il treno
non aspetta, parte, mi
tocca correre.


metafora di
deiezione: perplesso,
prendo il binario.

domenica 9 novembre 2008

ottmismi della volontà

seguo trepido il
volo della volontà
sulla pianura,
spero segretamente
nel successo finale.


lampi, nè tuoni
potranno ostacolarlo:
così deciso,
così sicuro, come
certo, saggio teorema.


pure, confuso
ed infelice vaga,
senza capire


chè quanto perso
può esser ritrovato:
basta crederci.

empatia assoluta


alla domenica
senso strano di vuoto.
quelle nuvole
passano sulla piana,
vedono tutto lassù.

storie rotte,
cerchi di comprendere
la situazione.
cose dette, taciute,
mal poste, troppa fretta.


mancanze amare,
doloroso bagaglio
in eredità.


il mio regalo:
empatia assoluta.
fanne tesoro.


"Omen i-Estel Edain, ú-chebin estel anim”
(Ho dato la speranza ai Dúnedain, non ne ho conservata per me)

sabato 8 novembre 2008

orodruìn, monte fato

(da quando è mancata mia madre, diverse persone - più o meno volontariamente - si prestano non tanto a dividersi il suo ruolo ma quanto a vegliarmi benignamente stando due passi indietro. Il maledetto minimalismo brianzolo mi fa difficile rendere loro grazie come dovrei; invoco quindi il pensiero poetante per dar loro miglior omaggio, compatibile con la mia povera ispirazione attuale: questa poetica non è mia, ma è comunque d'aiuto)

cuore felice,
aiutato dal cielo.
dopo distacco
subìto, da crudele
resipiscenza leso.


bella la vita
di non capirci nulla,
se t'accontenti.
di ogni storiella zen
vedi il positivo.


e ti risvegli,
scordi la sofferenza,
torni leggero.


allora, corre
verso il monte fato,
inutilmente.

venerdì 7 novembre 2008

specialone


tracce di vita.
il fine settimana
porta distacco.
lascio lontano cure,
imprese, compassioni.


torno al nulla,
divina riflessione,
possibilità.
rileggo gli eventi,
vi trovo qualche senso.


penso nèmesi,
cultura di sconfitta
portar vittoria.


è bello, solo
per essere successo.
ne vado fiero.