giovedì 21 maggio 2009

alla larga dalla falsa cortesia

finalmente torno in luoghi forse più rozzi, ma di certo forieri di galantuomini, almeno rispetto alla canaglia cortigianeria falsa cortese. che mi lascio indietro, scossi i sandali, come eredità di cane nella polvere, nemmeno meritevole di sacchetto e paletta. qui rappresento mia indignazione, il mio disagio. dove le mummie passano il ventisette a staccar cedola, se non la piaga, almeno sia un dispetto.

come ritorno
dimentico vergogna,
cattiva fede.
su depravata augusta
cali feral locusta.


mi sono cari
queste verdi colline
tombe di celti
forse mordaci, forse,
ma certo ben più schietti.


tengo da parte
due once di dispregio
per la vendetta.
ora aspetto si calmi
il piatto, che si freddi.


stanco d'opporre
bispensiero a piano
vilipendio, taccio.


basti pazienza,
e fiero distacco, a
mitigar duolo.

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