lunedì 14 settembre 2009

bardo silente

oggi grandissimo aruspice di rinnovato, cosmologico disturbo. qui, sul treno che porta alla quotidiana razione di cialtrobaudo nonsenso, ecco appare l'idea platonica di furiosamente-altro-da-se, erbesemente reificata. proprio lui, precipuo alfiere dell'insubre genius loci, gurdulù e cavaliere inesistente assieme, porsi ad aporia di bipolarismo - ma felicemente risolta tramite fantasiosa applicazione di cappello d'alpino et di bastone da passeggio. mi specchio, ma scelgo di non riconoscermi: troppo infatti temo il rischio di olindica hybris.
preferisco il silenzio, e serbare la mia musica di bardo sconsolato per tempi migliori, semmai ancor me ne accadranno, e riandare col pensiero al mare, fortunatamente sempre al suo posto.
se la carta di oggi è la pazzia, davvero essa è autentico, profetico tarocco.

ancora oggi
sperimento pazzie da
senso comune.
questo stupido moto
browniano, sine cura.

seguo consiglio,
evito la disputa,
resto nascosto.
diogene, mi arrendo:
rieccoti il fanale.

vedo il maestro,
da lungo tempo fatto
ad esempio. ma

con quel cappello
non lo riconosco, non
lo condivido.

preferisco la
quieta serenità
di bardo muto.
dopo tanto clamore,
grato è il silenzio.

non c'è musica
a levare affanni
non c'è poesia,
franca consolazione
di spirito gravato.

solo distante,
eppur sempre presente
sento il mare.

il mio pensiero
fugge, assai veloce,
trovarvi pace.

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