mercoledì 24 marzo 2010

topi grigi per stanzette grige

un momento di riflessione zen si impone in frangenti penosi come questo. mio padre diceva che dio non paga il sabato, io, che modestamente sono molto piú avanti, penso che il signore paghi dividendo ogni mattina, davanti lo specchio, quando ti domandi cosa vedi e perché. e se vale la pena andare contro i mulini a vento a difendere quei sogni che non vuoi dover vederli finire e ti rispondi che è cosa buona e giusta, nostro dovere et fonte di terrena salvezza, visto che il resto è solo un vuoto labirinto di stanze pittate di grigio, dove ratti schifosamente adattati all'ambiente ingrassano, ed il loro fetido lezzo offende l'olfatto ancor prima che l'horribile visione del sorcio trionfante del buonsensi rattristi l'occhio sereno. fare esercizio d'ironia in circostanze siffatte è cosa assai prossima all'assoluta temperanza, dove invece invocheresti vendetta, tremenda vendetta. no grazie, meglio una risata - ad usum becchini; e aspettare, speranzosamente, il prossimo giro di danza; che sia un tango, il tango di puerto corsini - modesto ma felice zihuatanejo. amico mio d'infanzia, è infatti al mare che tornano tutte le cose, proprio la dove hanno avuto inizio e quando stanno per tornare capisco che l'attesa non è stata vana e la fiducia nella grande anomalia statistica... statisticamente ben riposta. e non c'è piú ratto che possa infastidirti, e con la forza dei forti hai traversato le traversíe - mantenendo l'occhio appunto sereno.

un ratto tristo
sguazza nella fanghiglia:
dignità? persa.
solo pavido, servo,
schifoso trascinarsi.

la stanza grigia,
pitturata di grigio,
pensieri? grigi.
volontà, resa grigia
del general grigiore.

la triste saga,
la grottesca combutta
di menti nane.

fuori, un lampo.
coraggio, la risata:
li seppellirà.


- obedience and protection are relative (l'ha detto hobbes, c'è da credergli)

Nessun commento: