martedì 10 settembre 2013

le quiete elucubrazioni che fanno zavorra alla fine dell'estate

la prima perturbazione di settembre, le menti migliori che come sempre saggiamente disertano cernobbio, l'elenco dei libri di scuola. e poi dicono non servano paradisi artificiali, o almeno una catartica vendemmia. a me tocca la pessima reincarnazione cialtrobaudita, e assistere rassegnato ed incattivito all'irreversibile declino dello spirito geometrico - già quello di finezza era sparito da un pezzo. la canzonetta triste del cantantucolo smacchiante felini, sopravvalutato ingranaggio del media system, sparge fredda melassa vischiosa sopra questa torta indigesta, e la nasconde all'occhio ingenuo del bambino, che comunque non merita questa condiscendenza pelosa.

triste ritorno
settembre maledetto
restavo al mare
dove, immaginando
la fine dei miei giorni

potevo, quasi
fosse volo planato,
oppure lento
obliquo stanco passeggìo
dell'ultimo bagnino

figurarmi che
tutto tornasse salvo
come non fosse
mai stata, la stagione
della mia furia cieca.

ma ora è tardi
e la luce è scemata:
resto rondone,
che attende di migrare
e non sa se tornerà.

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