mercoledì 6 maggio 2009

orwelliana quiete

quando nel 1991 (palindromo, mmmh) iniziai a lavorare a milano ebbi la chiara visione della mia vita da adulto a guisa di pila di abbonamenti settimanali alla metropolitana in corso di costante et inesorabile abbassamento.
ho cercato negli anni di sfuggire a questo triste destino di orwelliana quiete, senza grade successo: peccato. Non sono molto allegro, oggi scrivo solo per il mio cerchio.
risuona nella mia testa la musica di quel gaio pseudocelta monzese d'origine, laghée di costumi - pessima sintesi - il suo alain delon m'accompagna insolente: lo deploro ma in fondo lo capisco.

ci sono volte
in cui si capisce che
il tempo passa.
ti dibatti sotto quel
peso, sconfitta certa.


perdi il treno,
lontano dall'essere,
e pure dal nulla.
resta solo gravità,
e senso d'incompiuto.


questa lezione
imparata fin troppo:
nessun aiuto.


brucio la pila
dei biglietti del metro:
savonarola.

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