il viaggio verso sud è foriero di sorprese: per una volta non ho dormito sul vagone, anzi ho scritto, marginalia d'armi spuntati e di eroi bislacchi. poi quel romano, flagello criptosabaudita del sud profondo, ha iniziato a turbare il silenzio veloce con il suo argomentare così gretto ed inutile, così romanamente condividisibbile, come se all'homo sapiens facesse piacere venir mediato al ribasso dall'orangotango.
se tutto il mondo è moncalieri allora davvero tutti i treni portano verso l'esecrata augusta.
esercizio zen,
di fronte, tipi orrendi,
accenti grevi.
ostilità sottesa:
ipod, sola difesa.
trascino calmo
queste mie misantropi
tendenze, fuggo
con studiata malizia
la sodale mattanza.
dietro corazza
d'occhiali rossi, messi a
sfregio del gusto,
rendo omaggio giusto a
mastro lombroso: genio.
nuova fermata,
altro giro di danza,
cambio di facce.
nulla cambiato, noia,
non trova spazio alcuno.
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