mercoledì 23 settembre 2009

la scuola di far lavorare gli altri

cercansi tracce di una qualsivoglia fattispecie d'onestà intellettuale, qui sotto la mole, altrimenti è mera patetica sequenza d'eristici esercizi. e non m'interessa granché, godo molto di più nell'ubriacarmi.
assisto basito a questa concreta esemplificazione del principio di Peter, condita da penosi afflati di autodeterminazione della propria insignificante pochezza. Nelle posizioni di responsabilità, fare ricorso alla compartecipazione della disgrazia del sottoposto attraverso la manifestazione della propria maggiore è davvero povera strategia di motivazione; ma questo al corso su come far lavorare gli altri non è stato detto, oppure l'attenzione verteva sugli incentivi di giada e sulle prossime splendide vacanze (fisiche, giacché la ragione ha da lungo tempo fatto vacanza di se stessa da questi simpaticoni).

coraggio conte gianfranzo, è tutto già scritto. aspettiamo gli stati generali e la prossima rivoluzione: una risata li ha accolti, un'altra - maggior risata - li seppellirà.

storia già vista:
i due buffi sandroni
modo pinocchio.
balle, ma tante balle,
credibilità nulla.

alla perdente
scuola della gestione
sciocchi gli alunni
mediocri i professori
ridicolo profitto.

sagace peter,
lucido visionario:
faccio tesoro.

chiuso il recinto
li guardo razzolare:
saran contenti.

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