mercoledì 23 settembre 2009

ennesima inutile serata

amici cari, il gianfranzo conte prigioniero ricorre al vostro caro ricordo per affrontare l'ennesima inutile serata in questa denegata landa maledetta. anche oggi l'ingiuria subita è stata assai grave, e davvero come prometeo assisto attonito allo strazio di me stesso, della mia dignità di essere raziocinante, ad espiazione di un qualche atto di hybris la cui necessità filosoofica evidentemente mi precede e parimenti mi è ignota. affronto tutto questo con la calma sofferta del filosofo dagli occhiali rossi, come se questo torto subìto potesse essere eletto a paradigma di ingiustizia universale.


mesto, l'esilio,
e senza vigilia di
liberazione.
dalla finestra solo
un cielo grigio su

questa spettrale
città di vita vile,
gente negletta.
porto nel cuore voci
di ben altra dignità,

mentre qui intorno
vedo nera vergogna
seguir menzogna

nella vanesia
passeggiata del centro,
sordida ancella.

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