venerdì 9 ottobre 2009

il giorno dopo dell'estate

solo ieri il vostro gianfranzorsoconte garrulo imperversava, con il suo fido, apotropaico monopattino, novella appetencia de muerte, nei suoi favoriti sudismi; lì dove - e lì solo - l'appellativo di sud-dito assume dignità e riconoscimento di necessità categorica, ad indicare la culla della terrena saggezza, come teorizzata dal perduto maestro di samo.
e c'era il sole, e si sentiva il mare, e gl'indigeni idiomi andavano a confortare il mio scosso senus inditus, severamente offeso dai perversi ammolli nelle cialtrobaude cortigiane cialtrone cacofonie.
oggi però è insubre autunno, e le nuvole nascondono il cielo, e confondono tutte le altre storie; vince entropia, questo salto epistemico è purtroppo al ribasso: il terreno supplizio degli insubri celti è di essere attratti dal sole e dal mare, ma di averne sotto mano solo pallide imitazioni, ed insipide.

questa mattina
qualche goccia di pioggia,
cielo commosso.
autunno, eccoti qui,
solo ieri eri estate.

passo pensose,
sorpreso dai violenti
cambi scenario.
metafore crudeli,
stagioni della vita.

solo ieri, tra
canti e danze festose,
l'età dell'oro.

oggi invece,
poche ore di luce,
e di speranza.

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