lunedì 29 novembre 2010

frecciarossa, caron dimonio

la capacità del conte sazzòne, in partenza per il denegato miglio
verde sabaudita, di sublimarne la sventura, avversa sorte e
sdegno, in eventi reificanti profezie di catarsi purificatrici
è davvero arte di postmoderno negromante.

e la mala civis, teatro dello spiacevole attentato alla di lui nobiltà
d'animo, che conosce e diffida e teme di questa sua valentitudine,
e sa che il riscatto ed il conseguente suo resipiscente epilogo non è lontano,
tenta di difendersi come di par suo - con tutta la sua pusillanime
albagìa degna di gens nana in civis nana.

in cosa la strategica mossa, ovvero il sotterfugio? nell'inscenar indegna
gazzarra fiorentina per arrestare il prode frecciarossa,
ambasciator che porta la pena di condurre il novello diogene
alla sua personale gujana con il favore delle tenebre,
ché il nostro non si accorga, nella notte nera, che tutto ciò
che appare nero finisca effetti in vacca. e che la forza stia con il toro.

ostaggio della sala d'aspetto, di cui fortunato possiede chiave dorata,
il sazzone consuma parco le vivande comuni, osserva pacato le
evoluzioni del piccione abusivo che, ostentando sicumera, passeggia e
svolazza alla bisogna quasi fosse un maneggione di seconda classe di
questo pudrido aziendalismo rococò di inizio millennio, intrattiene
finto adorabile e magniloquente gli astanti con l'inevitabile argomentare
dell'essere e del nulla.

del resto tutti questi fantasmi che accorrono perversi a popolarne
il cerchio per le due ore di attesa forzosa sono destinati a farsi
effimero ricordo non appena il rosso caròn dimonio si paleserà a portarlo
laggiù, per ostentarne il sacrificio - quasi icastico scongiuro,
modo icona di subitanea resipiscenza.

prode piccione,
razzoli nonscialante,
sala d'aspetto:
senza tessera oro
senz'alcuna misura.

sotto sequestro
inciampa 'l passeggiero
in trenitalia.
annunzio ritardo, ma
senza colpa, stavolta.

attesa vana
del fiero frecciarossa
mercurio divo

la studentaglia,
bloccato sul mugello,
danza sul totem.

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