domenica 4 ottobre 2009

osservazioni sulla morale kantiana

riprendiamo il filosofo dagli occhiali rossi a proposito dell'etica:
alcune formule che permettono a chi agisce di stabilire se la sua azione sia conforme all’imperativo categorico.

- la formula basata sull’universalità della legge: Agisci in modo che la massima della la tua azione possa sempre valere al tempo stesso come principio universale di condotta;
- la formula basata sull’umanità come fine: Agisci in modo da trattare l’umanità sia nella tua persona che negli altri come fine e mai come mezzo;
- la formula basata sulla volontà legislatrice universale: Agisci in modo che la tua volontà possa considerare se stessa come istituente una legislazione universale, cioè agisci secondo massime tali che la volontà di ogni uomo, in quanto volontà legislatrice universale, le possa approvare.

perfetto.

poi però non facciamo gli ingenui, in fondo il contesto più efficace a comprendere l'umana miseria è quello dell'homo homini lupus; non pensiamo quindi che il prossimo nostro riesca a fare altrettanto, visto che - sistematicamente - non ci riusciamo neppure noi.

un asintoto, per quanto resti importante, è solo un comportamento a tendere - e all'infinito non ci si arriva quasi mai, e comunque decisamente troppo tardi.
non per questo però la strada è il mar dei caraibi, non per questo siamo condannati alla quotidiana pirateria.

cielo stellato...
vabbè, un'altra volta.
legge morale:
è quello che importa,
che fa stare in strada.

poche formule,
davvero ambiziose,
asintotiche.
ma, fuori dalla stanza,
resta solita jungla.

resto sorpreso
dall'efficacia netta
della visione:

umano, pochi
mezzi, lontana meta?
all'arrembaggio.

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